mercoledì 19 ottobre 2016

Il mostro della notte

Dormi, sogni nel tuo letto. Sei al sicuro, non può succederti niente. E poi Boom. Crash, boom, bang, boomboomboomboom, crash, crash. E' buio, il rumore assordante, sempre più forte, sempre più violento, ti paralizzi e urli, oppure cerchi di scappare ma cadi. La casa si muove troppo, "sta per crollare" pensi, e urli ancora, vuoi scappare ma non riesci, sai che fuori è più pericoloso. E allora boom, crash, boom, vi guardate tutti negli occhi, terrorizzati, "non smette!" urlate disperati. E' tutto sfocato, il movimento violento rende poco lucide le immagini dell'abitazione. Si ferma. "Non si ferma!". Si ferma. Boom. Ancora. Si ferma. "Scappiamo!" e per strada un abbraccio mentre ancora la terra trema sotto i piedi e le case ballano di fronte a te. "Di qui a pochi chilometri qualcuno sarà morto. Un altro posto, ancora, dopo soli sette anni, è stato per forza distrutto. Qui ci sono crepe, anche larghe e profonde. E non è l'epicentro." Lacrime, forza allo stremo, notti insonni. Macchine, materassini, occhiaie, lacrime, nausea, passeggiate senza forze solo per non stare in casa.
E poi dormi? No. Come si fa a dormire? Non sei al sicuro, non è vero che non può succederti niente. Se non muori, una parte dentro di te, per almeno la seconda volta in pochi anni, si spezza, si squarcia. Può riaddormentarsi dopo alcuni anni, ma risvegliarsi non appena, nel cuore della notte, il mostro ti coglie impreparato. Nudo. Impotente. Non è giusto. Non è così che dovrebbe essere. Fa male. Sanguina. Sanguinerà per sempre.
Mezzo cuore all'Aquila, mezzo cuore ad Amatrice.

Il tempo

Il tempo: un bene fondamentale che in molti, troppi, danno per scontato. Come se ce ne fosse per sempre.

sabato 15 ottobre 2016

Un istante in più

Occhi negli occhi,
silenzi nei silenzi,
finsero d'avere gelidi cuori,
cuori che non si toccavano,
mani che non avevano nessuna intenzione d'intrecciarsi.
Si dichiaravano guerra fredda,
cercando di aggrottare le sopracciglia
e guardandosi con aria di sfida.
<<Non mi avrai>>.
<<Non mi avrai>>.
Solo uno sciocco non avrebbe capito.
Bastava guardare i loro occhi qualche istante in più.

Sentire

Capire che il tempo e l'amore che una persona vi dedica
è un dono da accogliere con gratitudine
e non qualcosa che va preteso o vi spetta di diritto,
apprezzare ogni gesto di premura e dolcezza
e non darli per scontato,
colorerà ogni istante della vostra vita,
farà sì che niente, mai e poi mai, si riduca
alla mera e straziante monotonia
di chi non guarda più a fondo
e non sente.

Grigio. Bianco. Nero. Grigio.

So che alla fine è grigio. Tutto.
Non bianco o nero, ma grigio.
Eppure sento così forte e distintamente
il bene ed il male.
Sperimento l'amore
e mi travolge senza riserve.
Sperimento il dolore
e mi riempie straziandomi
senza vie d'uscita.
So che c'è un po' di bene nel male,
un po' di male nel bene.
Un po' di difetto nell'amore,
un po' d'amore nel dolore,
un po' di sofferenza in un sorriso,
un po' di gioia in una lacrima.
Ma il mio cuore si riempie dell'uno o dell'altra,
e vaga, dondola, vacilla
tra sentieri accecanti
e tenebre costanti. 

Per una carezza

Per una carezza in meno divento triste e dubbiosa.
Per una carezza in più divento felice e gioiosa.
Aprire il cuore ed essere ignorata mi stende,
non trascurare mai se della sua anima, qualcuno, ti spalanca le tende.

I miei mostri

Faccio i conti coi miei mostri,
li sgrido, li scanso,
ma son sempre tra i piedi nostri.
Intralciano la felicità,
io chiedo loro continuamente 
"Abbiate pietà".
Chè non posso permettere
a causa loro
te, vero amore, di perdere.
Non vinceranno,
te lo prometto.
Ti ringrazio di tenermi ancora la mano,
chè l'amore mai mi aspetto.

Attenzione

Ciò che calorosamente ed intensamente ti avvolge può fortemente stritolarti. Attenzione.

Amici in amore

<<Se tu fossi una donna, saresti mia amica? Ti piacerebbe avermi come amica? Perché se io fossi uomo, ti vorrei come amico. Non credo sia un ingrediente inutile, quello di avere il piacere di essere anche amici, in amore>>

Una spada

Mi trovo in un mondo che spesso sento non appartenermi,
provo paura, amore, tanti sentimenti e non riesco a trattenermi.
Mi guardo intorno e poi, però, mi chiudo.
Il giudizio e la leggerezza, da essi mi escludo.
Così taccio, oppure urlo tutto e mi sento bersaglio facile
per essere trafitta da una spada fredda e agile.

mercoledì 17 agosto 2016

I miei silenzi

Posso parlare e provare ad esprimere ciò che sento all'infinito. Ma i miei silenzi diranno sempre di più di ogni parola. E li capirà solo chi saprà e vorrà leggerli.

Un freddo e ventoso giorno di febbraio

Pioggia battente.
Freddo e vento.
La giacca non basta a coprirmi.
Il freddo le passa sotto
E mi arriva dentro.
Mi gela il cuore,
Mi morde lo stomaco.
E la giacca è piccola
Per il freddo che sento.
Fino all'anima.
Le tue mani e le tue braccia
Nemmeno loro bastano
Loro che di solito guariscono tante cose in me e su di me
Stavolta fanno bene
Ma fanno anche un male assordante.
Mi guardi piangere
Inconsolabile
Mentre mi accarezzi il viso
In silenzio
Senza nulla da dire.
Non so se sarà l'ultima
Non so se e quando ci sarà una prossima volta.
Sali su quell'autobus maledetto
Che ti porterà verso un volo oltreoceano.
In silenzio ti lascio la mano e tu te ne vai.
Non ti scorgo più.
In un messaggio mi dici "sei la mia vita", mentre l'autobus parte.
Il freddo si fa sentire ancora di più.

Contraddizione

Vivo guidata da una grande contraddizione: la paura di tutto; di fallire, di perdere qualcuno, di soffrire. E magari mi freno, e magari mi arrovello e mi contorco stomaco e anima con preoccupazioni e timori. E la convinzione che però voglio vivere ogni istante più che posso e, soprattutto, con le persone che amo accanto il più possibile. Ché la vita non sai mai cosa ti riserva, non bisognerebbe sprecare nessun istante. Bisognerebbe vivere di più sapendo che da un momento all'altro tutto potrebbe cambiare, o finire.

Nonostante

Nonostante la tua indescrivibile stanchezza,
nonostante tu non abbia il tempo neanche per te stesso,
nonostante tu sappia che sarà solo per due o tre ore,
tu, certe volte, prendi la macchina, attraversi quei 60 kilometri che ci separano, che di per sé non sarebbero neanche tanti, se tu non lavorassi così tanto e senza mai un giorno di tregua.
Ma prendi quella macchina e, mentre io me ne sto sul letto triste perché il tuo lavoro ci separa e ci permette poco tempo, pochissimo insieme, inaspettatamente mi scrivi "chiamami, ma affacciati alla finestra perché il telefono non ti prende bene". E io capisco. E io trasformo quel muso lungo in una curva dolce e solare chiamata sorriso. E io mi affaccio e ti sorrido, senza dire niente per alcuni secondi.
Nonostante i demoni che ti ho a volte mostrato, qui, dentro di me, tu mi vuoi. Tu mi ami. E io questo non lo dimenticherò mai. Anche se un giorno smetterai. Spero mai.

Ti amerò

Ti amerò ancora, al di là di ogni confine immaginabile, perché sei dentro di me come mai nessun altro. E scusa se a volte ho paura, ma le cose belle spaventano tanto e forse anche tu lo sai. Ti amo, sei qui e ti accarezzo mentre dormi, mi appartieni, ti appartengo.

giovedì 21 luglio 2016

#siamopersonenonoggetti #nonesistiamoperpiacereavoi

Distaccandomi un attimo da quello che è il reale intento del mio blog (scrivere pensieri d'amore, d'amicizia, di paura, di follia, di rabbia di sentimenti), ma forse nemmeno più di tanto, riporto ciò che è stato scritto su una pagina facebook (Felinia) in merito alla questione portata a conoscenza da Selvaggia Lucarelli sulla ragazza criticata dal Corriere della Sera per non essere abbastanza magra da poter portare gli shorts:
"Ieri il Corriere della sera ha pubblicato uno scatto con Chloe Moretz e il fidanzato facendo notare che la ragazza non si "separa mai dai suoi shorts" e che "peccato non sia così magra da poterli indossare con disinvoltura". Il commento è stato rimosso dopo l'intervento della Lucarelli, se non fosse intervenuta una "di rilievo" secondo me sarebbe rimasto così com'era."

Partendo dal presupposto che quella ragazza può benissimo portare uno shorts, a parer mio, questo piccolo episodio fa capire ancora una volta quanto gretta, ignorante e maschilista sia la mentalità degli italiani. Per quale motivo, IO donna, non posso indossare ciò che voglio perché sono, per gli standard del cavolo della nostra degradata società, non all'altezza? Per quale diamine di motivo io devo sentirmi continuamente in imbarazzo a camminare per strada e sentire apprezzamenti troppo pesanti da sconosciuti oppure offese? Ho 29 anni e quando esco di casa esco come mi pare e piace, per come mi sento IO a mio agio. Ma una volta messo piede fuori, se sono sola, devo prepararmi ad ogni tipo di scenetta sui treni, per le strade, sugli autobus, da parte di uomini. Per quale motivo ragazze un po' più fragili devono ammalarsi per colpa della vostra mentalità del cazzo? Per quale motivo un uomo può uscire come diamine gli pare e se gli viene scattata una foto a petto nudo, comunque esso sia, non viene additato come "poco adatto al topless"?
Sento molti italiani che vivono all'estero e affermano che tutto questo succede solo in Italia, oltre che in paesi del Medio Oriente e della ex Jugolsavia.
E i giornalisti, prima di scrivere (è stata una donna, ancora più triste dunque il fatto), dovrebbero passare per lo psichiatra, per evitare di colpire le persone in questo modo ignorante.

venerdì 15 luglio 2016

Svegliarsi con te

Mi sveglio sola, mi specchio, mi sciacquo e tento di connettermi col mondo circostante grazie ad un caffè. Ristretto, rigorosamente.
Ogni giorno vivo la vita, ogni silenzio prezioso in compagnia di me stessa, ogni risata in compagnia, ogni sguardo alla natura, valorizzata dal sole o dalla pioggia. Affronto ogni giorno le mie paure, le mie preoccupazioni e ogni giorno ripasso i miei sogni, i miei obiettivi, le mie aspettative, che quasi mai si presentano come te le immaginavi. E comunque cammino a testa alta, alla fine ce la faccio a superare qualsiasi cosa, sono io, sono una donna, sono me stessa, non mi perderò mai più.
Poi a volte mi sveglio con te accanto, apri gli occhi e mi ci specchio, invece di andarmi subito a sciacquare ti osservo e ti accarezzo, ci sorridiamo. Se è tardi te ne vai, perché il lavoro ti aspetta, altrimenti restiamo lì, abbracciati, intrecciati, finché ci va. Ogni giorno vivo la vita con me sapendo che tu ci sei anche quando non sei presente, vivo con te ogni silenzio prezioso, più forte di ogni parola pronunciata, ogni sguardo alla natura, con te, ha un valore aggiunto. Con il sole o con la pioggia. Ogni giorno affronto le mie paure, le mie preoccupazioni e ogni giorno ripasso i miei sogni, i miei obiettivi, le mie aspettative, ed in ognuno di essi ci sei anche tu, anche se so che chissà se poi le aspettative saranno state fedeli. E comunque cammino a testa alta, alla fine ce la faccio a superare qualsiasi cosa, sono io, sono una donna, sono me stessa e non mi perderò mai più. Però tu che al mattino, quando il mio viso è ancora un po' stanco, i miei capelli raccolti un po' spettinati, mi dici "quanto sei bella", mi rendi felice perché mi sento amata per quello che sono, senza bei vestiti, senza trucco, magari con un pochino di occhiaie. Come quando ci scontriamo così forte, ma nonostante le brutte parole e le ferite che ci infliggiamo a vicenda, torni a stringermi la mano più forte. Sì, sono io, e tu ci sei per quel che sono. Almeno fin ora, almeno finché vorrai.

lunedì 11 luglio 2016

Due tipi d'amore

Si interrogava spesso, troppo spesso, sui sentimenti, sulle emozioni, gli stati d'animo, sulla vita. Lei. Si soffermava su ogni particolare, tanto che anche l'analisi di un dettaglio poteva portarla ad impazzire. Perché quel dettaglio diventava qualcosa di importante, fondamentale e, se non analizzato, ragionato, avrebbe scombussolato ancora di più quel puzzle complicato che è già un'anima, pur se con tutti i suoi tasselli confusi.
Aveva vissuto gioie e dolori, probabilmente soprattutto dolori, ed era per questo, forse, che camminava cercando di non calpestare niente e nessuno, con quella leggiadria di chi in realtà dentro porta un dolore immenso, una paura costante e incontrollabile.
Aveva capito che i sentimenti la sovrastavano, pur cercando di domarli finiva sempre per farsi dominare da essi.
E avrebbe voluto, sempre fortemente voluto, spegnere tutto e razionalizzare qualsiasi cosa, anche la meno razionalizzabile al mondo: l'amore.
Ecco, l'amore. L'amore era davvero capace di farla innalzare fino ad espandersi oltre il corpo, con l'anima forte e fragile che si portava dentro. Ed era, nel frattempo, capace di trascinarla in un abisso così profondo che solo una grande forza di volontà avrebbe potuto riportarla in vita.
Quell'abisso, già vissuto, la spaventava, ma quando l'amore le ricapitava non poteva bloccarlo, pur se ci provava con tutte le sue forze, finiva per esplodergli nel petto.
Aveva imparato forse qualcosa di importante, o forse era solo riuscita a razionalizzare l'irrazionalizzabile, dopo tutti i disperati tentativi di anni e anni. Aveva imparato che l'amore che resta tale solo fino ad un certo punto e poi finisce, era un amore da adolescenti. Forte, certo, coinvolgente, non lo metteva assolutamente in dubbio. Ma distruttivo, demolitore ancor di più una volta finito. L'amore, quello che invece dura nel tempo, quello che non lo distruggono nemmeno le cannonate d'odio, quello che muta e matura senza spegnersi, è l'amore vero. Quello in cui le due parti in gioco decidono la vita insieme e non hanno più bisogno solo ed esclusivamente della parte adolescenziale per mantenerlo in vita. E' difficile, chissà forse improbabile, raro. Ma il secondo sperava di sperimentarlo, di essere a qualche passo da esso, per poter dire che esisteva.

venerdì 24 giugno 2016

Dettagli

Inverno. Inferno.
E' curioso.
Cambia una lettera. Cambia la temperatura.

Dolore e felicità

Ricordo giorni in cui ho consumato la pelle che contorna i miei occhi. Per piangere. La pelle era solo l'ultimo strato superficiale del dolore.
Ricordo giorni in cui avevo leggero e piacevole dolore dagli angoli della bocca alle orecchie. Per ridere. Per ridere tanto. La bocca era solo l'ultimo elemento superficiale della felicità.